Serve un po’ di motivazione per la dieta dell’anno nuovo? Secondo l’indice delle torte di M&G, i dolci stanno diventando più costosi
Nel 2014 avevo scritto un post che conteneva buone notizie per gli amanti dei dolci: i prezzi delle soft commodity in calo indicavano che il costo delle torte fatte in casa stava diminuendo. Purtroppo (e in contrasto con i prezzi delle hard commodity, in particolare il petrolio che ha toccato di recente nuovi minimi post-crisi finanziaria globale), l’ultimo trimestre del 2015 ha visto un’inversione di tendenza, con i prezzi delle soft commodity in rialzo.
A settembre abbiamo parlato qui dei potenziali effetti del fenomeno meteorologico chiamato El Niño. A distanza di qualche mese, si comincia a delineare un quadro più chiaro, man mano che l’impatto si diffonde nelle regioni del mondo dove si coltivano alimenti base. In Indonesia (primo produttore mondiale di olio di palma) e in Africa (da cui proviene il cacao) c’è stata siccità, mentre il Brasile (produttore dominante di zucchero e caffè) è stato colpito da piogge intense e dalle peggiori inondazioni degli ultimi 50 anni, tutti fenomeni attribuiti a El Niño. A causa delle limitazioni dell’offerta provocate dal clima e dei conseguenti timori, i prezzi di zucchero, olio di palma, caffè e cacao sono aumentati rispettivamente del 42%, 18% 8% e 2% nel quarto trimestre del 2015.
Ma come influisce tutto questo sull’indice delle torte di M&G?
L’impennata dei prezzi delle soft commodity nel trimestre finale dell’anno scorso ha richiesto un aggiornamento dell’indice delle torte di M&G, che associa i dati sui prezzi globali delle commodity con alcune ricette base prese dal sito BBC Good Food, per costruire un paniere di soft commodity che serva a illustrare il costo variabile dei dolci fatti in casa (l’olio di palma viene considerato in sostituzione del burro).
Dato che lo zucchero ha registrato un aumento notevole, ed è l’ingrediente principale di quasi tutte le torte, non sorprende che i prezzi di tutti i dolci siano aumentati. Tuttavia, l’impatto compensativo del frumento (che è sceso di prezzo) attenua il fenomeno e spiega l’andamento divergente dei dolci a base di farina, come gli scone e il pan di Spagna. Il rincaro del cacao e del caffè agisce quindi in direzione opposta. Va detto, però, che la torta al cioccolato non è solo rappresentativa del cacao, dato che fra gli ingredienti della ricetta domina lo zucchero, per quantità: questo spiega il motivo per cui costa più della torta al caffè, in base all’indice, sebbene la commodity caffè abbia visto un aumento di prezzo maggiore. Cattive notizie a tutto tondo per il consumo di dolci nell’anno nuovo e per chi sperava che dopo Natale lo stipendio durasse un po’ di più.
In contrasto con quanto appena detto, i dati pubblicati la settimana scorsa dalla FAO evidenziano un calo dell’indice dei prezzi alimentari complessivo in dicembre. Si tratta di un indice che considera cinque gruppi di soft commodity: carni, latticini, cereali, oli vegetali e zucchero, mentre l’indice delle torte di M&G tiene conto solo degli ultimi due. La flessione dell’indice dei prezzi alimentari fa pensare che gli effetti del fenomeno El Niño non stiano ancora influenzando né generando l’inflazione complessiva dei prezzi alimentari. I meteorologi però hanno avvisato che El Niño attuale è il più violento dal 1998 e non è ancora passato. Anche se non è detto che alla fine gli effetti filtrino nel paniere dei prezzi alimentari nel suo insieme provocandone l’aumento, di sicuro negli ultimi mesi abbiamo sfornato inflazione insieme alle torte.
Il valore e il reddito degli asset del fondo potrebbero diminuire così come aumentare, determinando movimenti al rialzo o al ribasso del valore dell’investimento. Possibile che non si riesca a recuperare l’importo iniziale investito. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.
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