Sondaggio M&G YouGov sulle aspettative di inflazione – T3 2013
Nonostante gli alti tassi di disoccupazione, la capacità in eccesso e le previsioni ottimistiche delle principali banche centrali riguardo all’inflazione, è importante tenere d’occhio eventuali sorprese che potrebbero presentarsi sul fronte del caro vita. Ad esempio, basta guardare alla politica monetaria ultra-accomodante, i tassi d’interesse bassi e la crescita economica in miglioramento, per vedere che il rischio di uno shock inflativo indesiderato è più alto di quanto forse non sia mai stato negli ultimi cinque anni. L’elaborazione delle misure di indicazioni prospettiche è un chiaro segnale dell’evoluzione profonda subita dall’attività delle autorità monetarie dal 2008, che ha prodotto un cambio di regime delle banche centrali. Sta emergendo un consenso crescente sull’idea che gli obiettivi di inflazione non rappresentino il traguardo magico della politica monetaria, come una volta credevano in molti, e che la piena occupazione e la stabilità finanziaria siano altrettanto importanti. Dato che la politica monetaria sembra saldamente focalizzata sul supporto alla crescita nell’economia reale, magari a scapito degli obiettivi di inflazione, abbiamo pensato che fosse utile misurare le aspettative di caro vita dei consumatori a breve e a lungo termine, nel Regno Unito, in Europa e in Asia. I risultati del nostro sondaggio di agosto, che ha coinvolto oltre 8000 consumatori di vari Paesi, sono disponibili nell’ultimo rapporto pubblicato qui.
In base ai risultati, i consumatori continuano a non credere che l’inflazione scenderà al di sotto dei livelli attuali, né a breve né a medio termine. Nonostante la tendenza a un calo delle aspettative a breve emersa in alcuni Paesi, la maggior parte degli intervistati prevede un’inflazione più elevata da qui a cinque anni, che non in una prospettiva di 12 mesi. La fiducia nella capacità della Banca centrale europea di raggiungere il proprio obiettivo di inflazione nel medio termine è ancora scarsa, mentre quella di cui gode la Banca d’Inghilterra è aumentata.
Il sondaggio ha rilevato che i consumatori di quasi tutti i Paesi continuano ad attendersi un’inflazione elevata sia a uno che a cinque anni. Nel Regno Unito, si prevede un’inflazione superiore all’obiettivo del 2,0% indicato dalla Banca d’Inghilterra per l’indice dei prezzi al consumo CPI, su entrambi i periodi. Lo stesso vale per i Paesi dell’UEM inclusi nel sondaggio, dove l’inflazione attesa è pari o superiore all’obiettivo del 2,0% fissato dalla Banca centrale europea per l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) sia a uno che a cinque anni. Le aspettative a lungo termine hanno subito variazioni minime nei tre mesi trascorsi dall’ultimo sondaggio, ma nella maggior parte delle regioni, il costo della vita è previsto in ascesa dai livelli attuali in un’ottica di cinque anni. Cinque Paesi si aspettano un’inflazione pari o superiore al 3,0% entro un anno: Austria, Hong Kong, Italia, Singapore e Regno Unito.
Per i consumatori austriaci, tedeschi e britannici, le aspettative a un anno sono aumentate rispetto al sondaggio condotto tre mesi fa. Questo dato è particolarmente rilevante per il Regno Unito, dove la Banca d’Inghilterra ha delineato tre scenari in cui potrebbe rivedere la propria politica di indicazioni prospettiche. Il primo di questi “fattori di innesco” riguarda l’ipotesi che l’inflazione dell’indice CPI tenda, secondo l’opinione della Banca, a raggiungere o superare il 2,5% in un orizzonte di 18-24 mesi. Le aspettative di inflazione a Singapore e in Spagna hanno confermato la tendenza al ribasso rilevata nell’ultimo sondaggio, facendo segnare un calo per il terzo trimestre consecutivo.
In un orizzonte di cinque anni, le aspettative di caro vita dei consumatori austriaci, tedeschi, italiani, spagnoli e svizzeri sono aumentate. Pur mantenendo il livello più basso tra i Paesi sondati, pari al 2,8%, la Svizzera ha visto un incremento dell’inflazione attesa dai consumatori rispetto al 2,5% di febbraio. Stabili al 3,0%, invece, le aspettative di inflazione a lungo termine in Francia e nel Regno Unito. Il dato più elevato è quello riscontrato fra i consumatori di Hong Kong e Singapore, pari al 5,0%; tuttavia, per Hong Kong questa percentuale riflette un calo dal 5,8% rilevato tre mesi fa.
Il valore e il reddito degli asset del fondo potrebbero diminuire così come aumentare, determinando movimenti al rialzo o al ribasso del valore dell’investimento. Possibile che non si riesca a recuperare l’importo iniziale investito. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.
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