Mondiali di calcio 2022: quale punteggio ESG per le squadre partecipanti e per i Paesi che hanno ospitato la Coppa del mondo in passato?
La scelta del Qatar come Paese ospitante i mondiali di calcio è stata piuttosto controversa, per via delle accuse di duro sfruttamento dei lavoratori migranti coinvolti, dell’impatto ambientale associato all’organizzazione di un evento sportivo di vasta portata nel Golfo Persico (anche in inverno) e del trattamento riservato dal Paese alla comunità locale LGBT e ai tifosi in trasferta.
Come si colloca il Qatar rispetto agli altri Paesi emergenti?
Fedeli alla nostra tradizione di articoli a tema Coppa del Mondo[1], abbiamo questa volta confrontato i punteggi ESG del Qatar con quelli degli altri partecipanti all’edizione 2022 sulla base dei nostri punteggi sovrani interni di M&G, che abbiamo calcolato prendendo in considerazione una gamma di criteri ESG e ad alcuni fattori di rischio, così come i dati dell’MSCI.
La maggior parte dei Paesi emergenti in cui investiamo presenta in genere punteggi ESG più deboli rispetto ai Paesi sviluppati, in quanto le loro istituzioni tendono a essere meno solide e, in alcuni casi, possono essere più inclini a maggiori rischi ambientali pur senza alcuna colpa. Inoltre, i punteggi ESG tendono a essere correlati al livello di reddito di un Paese.
Tra le 32 squadre partecipanti al torneo quest’anno, il Qatar si aggiudica il 24esimo posto in termini di punteggio ESG. I suoi principali punti deboli da un punto di vista ambientale, sociale e di governance, messi in luce da alcuni dei suoi punteggi specifici, riguardano i diritti politici, le libertà civili, il trattamento dei lavoratori migranti e i rischi ambientali, di cui si è molto parlato in vista della 22esima Coppa del Mondo. Tuttavia, il Qatar può anche vantare diversi punti di forza ESG relativi allo stato di diritto, alla solida performance nella lotta alla riduzione della povertà e della disuguaglianza di reddito, al basso rischio di sicurezza energetica e alla stabilità sociale.
Come si colloca il Qatar rispetto agli altri Paesi ospitanti in precedenza?
Vale comunque la pena sottolineare che il punteggio ESG complessivo del Qatar non si discosta di molto da quello dei Paesi che hanno ospitato i mondiali in passato, come l’Argentina (investita dell’organizzazione del torneo nel 1978) o il Brasile (1950 e 2014). Il Sudafrica non si è qualificato per quest’edizione del torneo, ma il Paese aveva ospitato l’evento nel 2010 e presenta punteggi più o meno equivalenti a quelli del Qatar. La Russia, ovviamente, ha visto precipitare i suoi punteggi ESG dopo l’invasione dell’Ucraina ma, in precedenza, presentava livelli analoghi a quelli degli attuali padroni di casa.
Forse il confronto più sorprendente è quello con il Messico, che ha ospitato la Coppa nel 1970 e nel 1986 e che organizzerà la prossima edizione assieme agli Stati Uniti e al Canada nel 2026. I punteggi ESG del Messico sono inferiori a quelli del Qatar. Ciò è dovuto in gran parte ai risultati più deludenti per quel che concerne la corruzione, lo stato di diritto e il sistema giudiziario, la stabilità e la pace, anche se la tendenza del Messico è in miglioramento.
Numerose e valide sono le critiche che si possono muovere nei confronti del Qatar in quanto Paese ospitante i mondiali 2022. Eppure, confrontando i punteggi ESG, i numeri del Paese emirato non sono molto peggiori (e in alcuni casi sono simili) rispetto a quelli di altri Paesi ospitanti. Sulla base di questo modesto campione di Paesi ospitanti, sembra che le critiche mosse verso il Qatar non siano pienamente giustificate dal suo profilo ESG complessivo.
Questa circostanza mette in luce i limiti delle valutazioni ESG e dei dati a esse relativi e ci ricorda la necessità di assumere un approccio sfumato e di effettuare un’attenta analisi dei fattori ESG sottostanti. Anche se il Qatar si aggiudica un punteggio complessivo ESG migliore di altri Paesi ospitanti, alcuni criteri specifici (come ad esempio i diritti dei lavoratori) e, occasionalmente, alcuni fattori non-ESG, possono rivestire un’importanza maggiore agli occhi degli investitori rispetto al punteggio ESG globale. Il Brasile l’ha vissuto sulla propria pelle nel 2019, con l’indignazione globale dovuta all’aumento allarmante della deforestazione amazzonica, nonostante un punteggio ESG complessivo più che dignitoso rispetto ad altri Paesi in via di sviluppo.
E per finire…
Per finire, ci siamo chiesti chi si sarebbe aggiudicato quest’edizione dei mondiali se fossero stati i punteggi ESG a determinarne l’esito. In quest’ottica, la Svizzera avrebbe avuto la meglio in una finale contro la Danimarca!
[1]
https://bondvigilantes.com/blog/2017/12/bvtv-world-cup-2018-the-dm-v-em-showdown/
https://bondvigilantes.com/blog/2014/04/world-cup-currency-trading-strategies-emerging-vs-developed-markets/
https://bondvigilantes.com/blog/2010/03/football-promotions-buffett-and-the-imf-world-cup/
Il valore e il reddito degli asset del fondo potrebbero diminuire così come aumentare, determinando movimenti al rialzo o al ribasso del valore dell’investimento. Possibile che non si riesca a recuperare l’importo iniziale investito. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.