Buoni propositi per il nuovo anno: il tasso di dimissioni volontarie

Sommario: L’inizio di un nuovo anno rappresenta sempre un momento di riflessione, in cui ci si guarda indietro e, soprattutto, ci si concentra sull’anno a venire. Questo è presumibilmente il risultato della gradita pausa dal lavoro durante le festività natalizie e il passaggio a giornate più lunghe. Tale periodo di riflessione è ben caratterizzato dai propositi per il nuovo anno. Questi cambiamenti di comportamento generalmente implicano la rinuncia a qualcosa!

Il tasso di dimissioni volontarie nel mercato del lavoro statunitense, ovvero il ritmo al quale i lavoratori rinunciano al proprio lavoro, è in aumento da ben prima della fine del 2021. Questo dato può essere visto in uno dei primi comunicati economici del 2022: il tasso di dimissioni volontarie statunitense per novembre era ad un record del 3,4% nel settore privato. Questo indicatore del mercato del lavoro è un elemento su cui ci siamo costantemente concentrati nel corso degli anni.

Il grafico sottostante mostra il tasso di dimissioni volontarie e il tasso di disoccupazione: come ci si aspetterebbe, sono altamente correlati. La gente lascia il proprio impiego quando il mercato del lavoro gode di buona salute e viceversa. La Fed si concentra sui dati macro della disoccupazione complessiva. Penso però che dovremmo prestare maggiore attenzione ai dati microeconomici “dell’uomo comune”. È importante comprendere queste cifre perché, quando raggiungeremo l’obiettivo della piena occupazione, vedremo una strozzatura potenzialmente altamente inflazionistica.

Fonte: M&G, Bloomberg (30 novembre 2021, ultimi dati disponibili).

Il tasso di dimissioni volontarie non riguarda solo le persone che lasciano temporaneamente il proprio impiego per un lavoro migliore. È anche una funzione delle persone che abbandonano per sempre il mondo del lavoro, in particolare per andare in pensione. Questa problematica importante è stata sollevata dalla Fed stessa nel guardare alla partecipazione della forza lavoro. La combinazione di un elevato tasso di dimissioni volontarie e di una partecipazione alla forza lavoro depressa a causa del pensionamento indicano che siamo più vicini all’obiettivo della piena occupazione piuttosto che a quello stabilito dalla Fed di un ritorno della disoccupazione al suo livello pre-pandemico.

Le stesse banche centrali condividono tutte un elemento che vogliono abbandonare quest’anno: l’allentamento quantitativo. I loro bilanci si sono gonfiati con una dieta a base di eccessi monetari. La prima banca centrale che sta cercando di darci un taglio è la Banca d’Inghilterra. Seguiranno la Fed e la Bce. Tuttavia, questo sarà solo il primo stadio della dieta monetaria: quello successivo sarà caratterizzato dalla nuova moda dell’inasprimento quantitativo (quantitative tightening).

Il valore e il reddito degli asset del fondo potrebbero diminuire così come aumentare, determinando movimenti al rialzo o al ribasso del valore dell’investimento. Possibile che non si riesca a recuperare l’importo iniziale investito. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.

Richard Woolnough

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